La birra è una bevanda millenaria. Che si parli di birra bionda o fruttata, bianca o ambrata, bisogna tenere conto di come nel corso dei millenni siano state poche le modifiche apportate a quella che può essere considerata la ricetta originale, la formula che ha dato il via ad una vera e propria tradizione mondiale.
Già, perché la birra è consumata indistintamente in ogni parte del globo, con differenze tra i popoli legate principalmente agli ingredienti in uso per la preparazione.
Ma allora, come fare per distinugere la birra?
Ovviamente, facendo riferimento al colore della stessa. È difficile cercare di restringere il campo in un ambito così vasto, anche per una questione di gusti personali, ma ci possiamo provare. Tra le migliori birre bionde in assoluto è impossibile non citare la Sapporo, nata in Giappone quasi 150 anni fa e caratterizzata da una fermentazione particolarmente bassa, e la spagnola Captain Norbert Kölsch, variante dell’originale tedesca (originaria di Colonia) e dotata di un tipico profumo fresco e inebriante.
Tra le migliori birre bionde in assoluto trovano posto anche la Tennent’s Authentic Export, nella variante Lager (la classica bionda), l’inglese Badger Hopping Hare e la Samuel Adams Boston Lager, americana prodotta sin dalla seconda metà del XIX secolo.
Non potendo però racchiudere l’enorme varietà di gusti e tradizioni esistenti in tutto il mondo, cerchiamo almeno di fare il punto della situazione a proposito delle origini storiche delle birre bionde.
Le origini delle birre bionde
Come si formano le birre bionde?
In che anno è possibile riferire una datazione precisa per la nascita di tale tipologia di birra? La nascita della birra quale bevanda tratto dalla fermentazione del malto viene collocata solitamente intorno al VII millennio a.C., con tracce certe della composizione chimica già nel IV millennio a.C. (3500 a.C., per la precisione). La bevanda compare infatti negli usi delle popolazioni della Mesopotamia e dell’Antico Egitto, segno di una cultura millenaria particolarmente radicata nella storia dell’uomo.
La birra bionda in sé, invece, viene fatta risalire ad un periodo più recente, ossia al XVI secolo d.C.: sono gli anni in cui in Baviera (Germania) venne introdotta una particolare legge volta a garantire una produzione ottimale della birra a partire dal lievito Saccharomyces pastorianus.
La legge in questione prevedeva che i produttori potessero far fermentare il lievito esclusivamente nei periodi più freddi dell’anno (dalla fine di settembre a metà aprile), poiché era il lievito stesso che prediligeva tali temperature. Nacque così la birra bionda, caratterizzata da un processo di fermentazione a basse temperature.
Gli abbinamenti con le birre bionde
Come qualsiasi altro tipo di birra, anche la bionda si abbina alla perfezione con particolari alimenti in grado di esaltare ulteriormente il già saporito gusto di malto e luppolo.
Partendo dal presupposto che la birra stessa può essere utilizzata ai fini della preparazione di piatti sia per la sua componente alcolica, sia per il retrogusto unico che essa è in grado di rilasciare ai cibi preparati (es.: würstel e piatti a base di carne), la birra bionda si abbina alla perfezione con la pizza.
Ma attenzione: bisogna sempre tenere a mente che non tutte le birre si abbinano allo stesso modo a qualsiasi tipo di pizza.
Nel caso specifico della bionda, essa si accosta bene con la margherita e le focacce farcite con carne e pesce.
Oltre alla pizza, la bionda è l’accompagnamento perfetto per il pesce crudo: in questo senso i maestri sono i giapponesi, la cui cucina è fondata in buona parte sulle specialità marinare. Infine, mai disdegnare l’accostamento birra-formaggio. Dal Parmigiano Reggiano al caprino classico, sono diversi e tutti da scoprire i formaggi che si sposano perfettamente con il gusto forte e deciso delle bionde.
Le caratteristiche delle birre bionde
Ma, al di là della fermentazione, a cosa devono le loro particolarità le birre bionde?
Quali sono le caratteristiche che rendono la varietà in questione particolarmente apprezzata tra tutte quelle esistenti della bevanda millenaria?
Innanzitutto, bisogna precisare che il colore delle bionde cambia in base alla tipologia di malto utilizzato in fase di produzione.
Ma non è tutto: il colore varia anche a seconda del grado di torrefazione del malto stesso, con la tostatura che influisce in maniera determinante la tonalità finale della birra al termine della produzione.
Il gusto tipico, come già anticipato, è garantito dalla fermentazione a basse temperature, motivo per cui si prediligono i mesi freddi per produrre la bevanda. Per quanto riguarda la gradazione alcolica, la percentuale di alcol contenuta all’interno delle birre bionde si aggira solitamente intorno al 4-5%, il che le rende facilmente consumabili anche durante i pasti senza compromettere il gusto delle altre pietanze.
Le migliori birre bionde su Birredamanicomio.com
A questo punto è il momento di entrare più nel dettaglio e dare un’occhiata a ciò che offre il mercato in merito alle birre bionde. In particolare, il catalogo di Birredamanicomio.com presenta un’offerta ricca e varia: dalle bionde più leggere a quelle più forti, caratterizzate da un tasso alcolico più alto rispetto alla media, Birredamanicomio.com mette a disposizione del cliente una gran varietà di bionde per tutti i gusti. È il caso della Baladin Mielika, che con il suo 9% di alcol si contraddistingue come una delle birre dal tasso alcolico più elevato nella sua categoria.
Non fa eccezione la Barbar, Strong Ale di provenienza belga con l’8% di alcol nelle sue bollicine al malto. Tra le birre bionde artigianali più apprezzate in assoluto va citata la Tre Fontane, l’unica birra trappista italiana (prodotta dai monaci dell’Abbazia omonima) nota per essere prodotta secondo un schema rigido e fiscale.
Apprezzata è anche la Samuel Adams Boston Lager, citata tra le migliori birre bionde in uno dei paragrafi precedenti, dalla gradazione alcolica più contenuta (4.8%) ma dal gusto corposo e vincente.
Merita menzione anche la birra a marchio La Trappe, in questo caso denominata La Trappe Blonde (6.5%) per la tipologia di bevanda in questione. La Trappe Blonde è prodotta in Olanda, e come la precedente Tre Fontane deve sottostare al processo di produzione stabilito dall’Associazione Trappista Internazionale. La Trappe Blonde si caratterizza per un gusto più amaro rispetto alle birre citate.