Le birre porter si ottengono da malti di colore scuro. Sono molto apprezzate dagli amanti di questo tipo di bevande e vengono vendute in negozi specializzati.
Le birre porter vengono fatte fermentare per diversi mesi in botti di legno prima della commercializzazione. Mentre molti birrifici continuano a produrre porter secondo la ricetta tradizionale, altri hanno deciso di sperimentare nuove varianti, aggiungendo di volta in volta nuovi ingredienti come il miele, il cacao, il mais, l’orzo, il caramello.
La birra Porter si contraddistingue per:
- una gradazione tra i 4° e i 7°
- il colore dal marrone scuro al nero
- sapore complesso
- utilizzo di poca quantità di luppolo
La produzione di birra porter si concentra nell’area Inghilterra, Irlanda e regioni baltiche, anche se esiste una produzione canadese di porter di tutto rispetto. Presentano caratteristiche diverse, di seguito descritte:
London Porter: è una birra dolce, meno secca, dal gusto piutosto bilanciato.
American Porter: ha un gusto luppolato leggermente più amaro, con aggunta di caffè e cioccolato. L’american porter viene invecchiata in botti di wisky, e ha un colore dal marrone al nero.
La Baltic Porter viene prodotta nelle regioni del Baltico (Polonia, Russia, Estonia, Lettonia, Lituania)e ha un contenuto alcolico più alto rispetto alla porter tradizionale. Il colore non è mai nero, spesso si avvicina al colore rosso scuro del vino, mentre il sapore è tendenzialmente più dolce grazie alle note di cioccolato, prugna, melassa, caramello.
Le porter si distinguono poi in brown porter e robust porter; mentre le prime sono più leggere, hanno un colore più chiaro e un gusto dove il malto si sente molto poco, le seconde sono più forti, hanno un colore tendente quasi al nero, e includono tra gli ingredienti diverse qualità di malto oltre al luppolo e al lievito. Hanno un retrogusto di caffè o cioccolato. Diversi sono i cibi che si accompagnano alle une o alle altre
Origini birre
Le origini delle birre porter sono molto più vicine ai nostri giorni rispetto ad altre tipologie; fecero la loro comparsa nel Settecento inoltrato a Londra. Le birre porter prendono il nome dagli scaricatori di porto che all’epoca si affaccendavano sulle rive del Tamigi. Il termine ‘porter’ significa appunto ‘facchino’, perchè è una bevanda che divenne famosa proprio grazie agli scaricatori di porto. Molto di quello che si conosce sull’origine delle birre porter si basa su un racconto di John Feltham, che narra di una lettera che avrebbe scritto un commerciante di birre di Londra.
Peccato che la poca dimestichezza che Feltham aveva con i termini tecnici abbia fatto sì che il suo racconto risultasse molto poco realistico e a tratti senza senso.
Secondo i più, la porter sarebbe nata nel 1722 ad opera di un birraio, Ralph Harwood, che avrebbe dato vita a una bevanda ispirata al mix tanto apprezzato dalla working class londinese. Era noto infatti che i londinesi, per ritemprarsi dalle fatiche del proprio lavoro, erano soliti bere una miscela costituita da tre differenti birre, ossia un mix preparato all’stante di 3 birre diverse: una birra poco fermentata, una più vecchia e una più nobile e corposa delle precedenti. Ralph Harwood creò un’unico prodotto, in modo che la miscela fosse ‘spillata’ direttamente senza doverla preparare all’istante.
La caratteristica che contraddistingueva le birre porter dalle altre è che non necessitavano di un periodo di fermentazione per essere commercializzate e bevute. La loro produzione si diffuse ben presto in tutta l’area del nord Europa, e in particolare nel Baltico, tanto che tutti i paesi che si affacciavano su questo mare iniziarono a produrla, visto che fino a quel momento l’avevano solo importata.
Le birre porter hanno una gradazione intorno ai 7°, ma spesso, nel corso degli ultimi due secoli, a causa della guerra o per l’aumento delle tasse sul malto, i produttori furono costretti a diminuirne la corposità.
Oggi sono molto apprezzate soprattutto dagli intenditori e ricevono puntualmente premi internazionali che ne aumentano il valore e ne evidenziano la qualità.Dopo un periodo di produzione su scala industriale, molti birrifici hanno fatto dietrofront decidendo volutamente di ritornare a una produzione più artigianale riducendo anche la scala, e puntando sul miglioramento della qualità del prodotto, sperimentando nuove varianti e nuovi accostamenti, in modo da creare abbinamenti con cibi diversi e fare in modo che il target di riferimento delle bire porter viva un’esperienza sensoriale unica nel suo genere.
Si tratta infati di un tipo di birra tra i migliori al mondo, difficile da abbinare a tutte le pietanze, e che proprio per questo è destinata a pochi, veri intenditori.
Abbinamenti con le birre
Abbinare birre porter e cibo non è facile, soprattutto a causa del suo retrogusto a tratti forte e intenso, a tratti aromatizzato.
L’abbinamento cibo birra, così come quello con altri tipi di bevande, si deve basare sulla similitudine o sul contrasto. Ciò premesso, sarebbe necessario fare delle prove prima di servire una birra porter con cibi che potrebbero sminuirne le caratteristiche e rovinarne il gusto.
Generalmente se l’abbinamento cibo birra si vuole basare sulla similitudine, entrambi devono avere lo stesso gusto e struttura, mentre se l’abbinamento si vuole basare sul contrasto, allora le birre devono avere caratteritiche opposte a quelle dei cibi che si intende gustare.
Per contrasto però non si intende che la birra debba rovinare il palato per la degustazione del cibo e viceversa; il contrasto deve essere edificante, ossia deve avere come obiettivo quello di catturare tutta una serie di elementi delle pietanze e della bevanda, in modo che si crei un’armonica fusione di entrambe e il pranzo o la cena si trasformino in un’esperienza sensoriale unica. Le birre porter si accompagnano molto bene a carni rosse, pesce, formaggi dolci, dessert alla crema o alla frutta.
Importante il fatto che la birra porter non deve essere servita ghiacciata, come spesso avviene per altre tipologie di birre, ma a una temperatura tra i 10 e i 14 gradi. Questo perchè, se servita ghiacciata perde la sua corposità e il suo retrogusto, unitamente a una serie di caratteristiche organolettiche che la contraddistinguono.